

FARSETTIARTE E CARLO CRACCO
UN CONNUBIO D’ECCELLENZE MADE IN ITALY
Grandi Maestri del Novecento storico e grandi Artisti contemporanei
by Farsettiarte e Carlo Cracco
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COMUNICATO STAMPA
Due vere e proprie ECCELLENZE ITALIANE si uniscono in un progetto di grande prestigio firmato Farsettiarte e Carlo Cracco. L’Arte dei Grandi Maestri del Novecento come Giorgio de Chirico e Filippo de Pisis, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani di Artisti contemporanei come Flavio Favelli, Massimo Barzagli e Piero Gemelli, diventano un tutt’uno con l’arte dell’alta cucina di Cracco.
“Farsettiarte è da oltre cinquant'anni il punto di riferimento per l'Arte Moderna in Italia; fu fondata nel 1955 da mio padre Franco e da mio zio Frediano, a Prato, come Galleria d'arte che subito si distinse per la prestigiosa attività espositiva. Nel 1962 viene inaugurata la Casa d'Aste suscitando l'immediato interesse dei collezionisti e del mercato. Galleria e Casa d'Aste hanno avuto percorsi paralleli e, pur dandosi reciproco impulso, hanno sempre mantenuto la propria autonomia, istituendo così qualcosa di unico nel panorama del mercato d'arte italiano. Nel corso degli anni l'attività espositiva si è ampliata con l'inaugurazione delle gallerie di Cortina d'Ampezzo nel 1964, della Versilia nel 1969 e di Milano nel 1982. Infine, nel 1991 è stata inaugurata la nuova sede di Prato a fianco del Museo per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci. L'imponente struttura, che ha contribuito all'intensificarsi delle aste e alla realizzazione di grandi mostre, è la nostra sede operativa e di coordinamento. Sono davvero orgoglioso di questo progetto che vede l’unione di due forme d’Arte di vera eccellenza e mi auguro sia il primo di una lunga serie di eventi con Carlo Cracco” ci racconta Leonardo Farsetti.
Cracco Gallerie è il progetto di Carlo Cracco ad oggi più ambizioso, nell’intento di restituire alla Galleria costruita da Giuseppe Mengoni e inaugurata nel 1877, il suo ruolo originario di “Salotto di Milano”, punto imprescindibile di incontro e osservazione, frequentato dai milanesi doc come da chiunque, appena arrivato in città, voglia coglierne immediatamente l’atmosfera. Nel cuore di Milano, all’interno della storica Galleria Vittorio Emanuele II, il Ristorante Cracco accoglie i suoi ospiti in un ambiente raffinato dove alta cucina, design e cultura si incontrano. L’eleganza degli interni, distribuiti su più livelli, unisce il fascino dell’architettura d’epoca a uno stile contemporaneo, in perfetta sintonia con l’identità gastronomica dello chef Carlo Cracco.
“Siamo onorati di ospitare le opere di Farsettiarte, una realtà che rappresenta un’eccellenza italiana riconosciuta anche a livello internazionale. Crediamo profondamente nel valore dell’arte e nella sua capacità di dialogare con il nostro mondo, quello dell’alta cucina” chiosa Carlo Cracco.
E come meglio descrivere questo importante evento se non con le parole di Piero Gemelli, da sempre maestro dello still life fin dalle sue rivoluzionarie campagne fotografiche editoriali apparse sulle riviste più importanti del mondo.
“Roma mi ha dato lo sguardo, Milano mi ha insegnato a usarlo. In questa città ho costruito il mio linguaggio visivo, fatto di luce, silenzi e corpi scolpiti dal tempo. Esporre le mie fotografie nel ristorante di Cracco in Galleria è un dialogo naturale: anche la sua cucina racconta il tempo, la memoria, la bellezza imperfetta. La Galleria è il cuore di Milano, luogo dei milanesi e teatro di passaggi. Qui ogni immagine diventa una pausa, un frammento da osservare tra un gesto e l’altro. Perché la bellezza non è mai perfetta: è un punto di equilibrio in un tempo sospeso, è ciò che il tempo ha avuto il coraggio di toccare. La fotografia ferma illusoriamente il tempo e trasforma la bellezza in eternità. Fotografia e tempo creano la concretezza del nostro ricordo e la certezza della nostalgia”.
In mostra alle Gallerie di Carlo Cracco una recente serie Still Life “Fiori 2024” di Piero Gemelli, che presenta una riflessione inedita sul tema, componendo immagini affascinanti, in cui fiori recisi in vasi sembrano abbandonati in uno spazio delimitato da pochi, semplici elementi. Vanitas contemporanee che giocano sull’ambiguità tra fotografia e pittura, ricche di riferimenti colti e rimandi alla classicità ma anche racconti intimi, profondamente legati alla vita del loro creatore, tra malinconia e sogno. La seconda fotografia, Still life Milano 2025, proposta è uno scatto inedito di una nuova ricerca sul classico portata avanti nella recente produzione di Piero Gemelli. L’immagine si inserisce in un discorso che riflette sul dialogo tra il passato e il presente, tra l'iconografia classica e le sue rielaborazioni contemporanee.
Di Massimo Barzagli (Marradi 1960) in mostra “Save our flowers” del 2007, Impressione di fiori dipinti a smalto su tavola. Artista poliedrico, Massimo Barzagli ha da sempre lavorato sul concetto di impronta che gli oggetti reali imprimono sul supporto, in bilico tra traccia evanescente di una presenza e memoria di un passaggio. In Save our Flowers, 2007, che nel formato rimanda ai tondi rinascimentali, i fiori imbevuti di pigmento lasciano tracce colorate per contatto diretto su una superficie, risultato meccanico di un’impressione esercitata su corpi reali. Corpi la cui primaria evidenza è la loro grandezza naturale.
Filippo de Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956) è presente con “Dalie e gladioli” 1933, dipinto durante il soggiorno a Parigi, è appartenuto alla prestigiosa collezione Pecci Blunt. I fiori recisi sono inseriti all’interno dello studio del pittore, alle pareti campeggiano i suoi disegni di figura, secondo l’espediente a lui caro del quadro nel quadro. De Pisis, con perizia da botanico, sceglie accuratamente ogni fiore e la sua disposizione all’interno dell’opera, restituendo con la sua pennellata vibrante e rapida, stesa a piccoli tocchi, i valori tattili e lirici dell’elemento naturale.
Giorgio de Chirico (Volos 1888 - Roma 1978) è in esposizione con “Tristezza della primavera” del 1970, tecnica mista su cartone telato. In questo raffinato disegno si ritrovano tutte le tematiche della Metafisica di Giorgio de Chirico. In un ambiente spoglio, come se fosse un palcoscenico teatrale, si inseriscono due manichini dal cui corpo si generano volute, come un’apparizione onirica. Alle loro spalle un albero dalle fronde rigogliose. Una scena enigmatica come tutte quelle concepite dal grande maestro, che ci fa interrogare sul significato nascosto che si cela anche negli oggetti quotidiani e negli ambienti a noi familiari.
Per Agostino Bonalumi (Vimercate 1935 - Desio 2013) “Bianco” del 1999, e per Enrico Castellani (Castemassa 1930 – Celleno 2017) “Superficie bianca” del 1998: le superfici bianche di Castellani e Bonalumi, maestri del monocromo italiano del secondo Novecento, azzerano la concezione tradizionale della pittura come raffigurazione portando il linguaggio al grado zero, alla sua intima struttura. Giocando con la superficie del quadro con l’inserimento di elementi che ne modificano e cambiano la sua staticità, creano effetti di luce e ombra e volumi concavi e convessi che si alternano, trattano il dipinto come oggetto scultoreo.
Altro grande contemporaneo in Mostra è Flavio Favelli (Firenze 1967) con “Oro Ghana” del 2022. Oro Ghana, 2022, collage di carte di cioccolatini di Flavio Favelli, rende prezioso un materiale di scarto, con un gioco sapiente di variazioni del colore oro accostate tra loro e inserita in una cornice anch’essa di riuso, dal sapore antico. Spiega l’artista: “carte industriali, recenti e nuove; con luccichii e brilli vari giocano a fare sete preziose e forme astratte, quasi kleeiane”.
Artemide PR, comunicare con stile.
by Stefania Bertelli
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