

PAESAGGIO BACATO
Danni e cambiamenti nella campagna contemporanea
di Hilario Isola
12 marzo – 16 luglio 2023
Museo del Paesaggio, Verbania
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Comunicato stampa
Dal 12 marzo il Museo del Paesaggio di Verbania ospiterà nelle sale della Collezione permanente la
Mostra “Paesaggio bacato” che consisterà in una serie di opere, studi e disegni preparatori
realizzati dall’artista Hilario Isola per introdurre e ampliare la lettura della grande opera pubblica
“La Crisopa”, commissionata dal comune di Verbania e sostenuta dalla Fondazione Cariplo, che
verrà installata a maggio davanti al Teatro Maggiore.
In mostra, oltre ad uno studio in scala della Crisopa, saranno visibili opere e disegni preparatori
del ciclo “RURALE” e una piccola serie di sculture di frutta e di grappoli d’uva, nature morte
lavorate direttamente dagli insetti dal titolo Magnana.
Presentati come antichi e preziosi reperti archeologici, Magnana riproduce fedelmente piccole
mele o grappoli d'uva, raccolti in natura, completamente svuotati dalla loro polpa da api, vespe
e calabroni. L'opera degli insetti assume una dimensione espressiva, scultorea e allo stesso
tempo simbolica.
I frutti, qualità autoctona piemontese, coltivati senza pesticidi dall'artista, malformati e
scheletrici si trasformano così in oggetti rari e preziosi, come le qualità antiche e la cultura
biologica da cui derivano.
In un’atmosfera ibrida tra uno studio d’artista e un museo di scienze naturale, le opere, i disegni
e le sculture collaborano a ricostruire la complessa trasformazione del paesaggio rurale in
seguito al cambiamento climatico e al dilagare di forme di agricoltura intensiva e
monoculturale.
In questo scenario Hilario Isola ci introduce all’attività e al ruolo di alcuni insetti, sia parassiti che
antagonisti, e rintraccia i segni del loro passaggio sulle culture per rivelarne l’influenza su scala
ambientale e paesaggistica.
Il progetto di Hilario Isola compie un’esplorazione visiva della campagna italiana
contemporanea, un paesaggio apparentemente domestico, ma sorprendentemente alieno se
visto attraverso la lente più ampia dei presupposti socioeconomici che la stanno plasmando e delle
catastrofiche condizioni climatiche che prefigurano. Quelle che da lontano appaiono come grandi
incisioni o disegni si rivelano essere leggere sculture realizzate con un’innovativa tecnica
introdotta dall’artista .
Le opere sono realizzate assemblando e sovrapponendo più strati di reti agricole utilizzate per
proteggere le piantagioni dalla grandine e dall’invasione di parassiti. Le reti prodotte su larga
scala industriale sono minuziosamente cucite a mano e le sovrapposizioni di segni create generano
giochi di chiaroscuri e interagiscono con la luce e le ombre sul muro. Ma cos’è la Crisopa?
La Crisopa è una delle specie di maggior interesse nel settore della lotta biologica integrata per
la notevole attività delle larve soprattutto nella lotta agli afidi.
Le ricerche e le applicazioni in questo caso si sono concentrate principalmente sull'impiego in
cultura protetta per la difesa della fragola del pomodoro, melanzana, peperone a di molte altre
piante ortofrutticole e ornamentali.
La Crisopa è forse uno dei più diffusi insetti cosi detti “antagonisti” che possono sostituire con la
loro presenza l’utilizzo di pesticidi e agenti chimici usati per la lotta agli afidi.
Sempre più aziende agricole e contadini di affidano ai “lanci” di piccoli eserciti di queste piccole
farfalline di un bel colore giallo verde acceso.
La Crisopa è il simbolo di un ritorno a pratiche agricole sostenibili le più in generale alla riscoperta
della biodiversità e alla diversificazione delle culture come valori materiali e culturali per
fronteggiare condizioni climatiche e ambientali estremamente critiche e alla crescita smisurata di
monoculture e monopoli di mercato.
Ad arricchire il contesto una videoinstallazione a Casa Ceretti, CONTRAPPUNTO RURALE, che parte
da sei differenti performances ognuna attuata in altrettanti contesti rurali, italiani e Francesi,
connotati e simbolici della agricoltura contemporanea .
Insieme ad Enrico Ascoli l’artista ha utilizzato elementi specifici di ciascuno di questi ambienti per
generare suoni, combinando e riconfigurando tra loro strumenti musicali e agricoli. Ognuna di
questi episodi è stato registrato in presa diretta e filmato con una telecamera 4k.
Il primo video è stato realizzato in una centrale di biogas: da due sfiati della centrale escono dei
tubi di gomma che serpeggiano sul tetto della centrale. I tubi sono stati collegati in maniere da
convogliare il biogas in eccesso in quattro grandi canne d’organo. Dei rubinetti alla base di queste
permetteranno ai due artisti di gestire la quantità di gas erogato e quindi di modulare in maniera
variata il suono emesso. Il video mostra i due artisti che saranno visibili sia da lontano, lasciando
intravedere il paesaggio agricolo circostante, sia da vicino nell’atto di creare un bordone armonico
e cangiante. La ripresa poi lentamente torna in alto e il suono dell’organo svanisce man mano che
la vista aerea si alza.
Il secondo è una sorta di danza rituale: i due artisti creano con le mani suoni sempre differenti
utilizzando la rete antigrandine come una sorta di tamburo. La ripresa poi lentamente torna in
alto e il suono dei campanelli svanisce man mano che la vista aerea si alza.
Nel terzo video, in una ibridazione tra una processione rituale e l’ azione agricola, lo strumento
portato dagli artisti distribuisce gli insetti vitali all’interno di una serra e al contempo il loro suono
familiare si espande tra gli alti filari. Le riprese filmano questa performance da lontano e da vicino.
Dalla vista aerea che mostra dall’alto enormi distese lineari e geometriche di filari di uva, in un
quarto video, la ripresa scende lentamente mostrando una porzione della vigna dove gli artisti si
muovono ognuno in un filare con in spalla una pompa irroratrice per verderame, strumento
simbolo dell’agricoltura biologica, sulla cui lancia è innestato un flauto in legno. Gli artisti
camminano lungo i filari replicando la pratica contadina di distribuire il verderame irrorando di
suoni e note ipnotiche le piante in un atto arcaico e propiziatorio.
Dalla vista aerea si passa poi a mostrare dall’alto enormi irrigatori di un verde intenso come segni
di passaggi alieni in un quinto video; la ripresa scende lentamente mostrando un segmento
dell’irrigatore che si muove lentamente vaporizzando acqua su uno spicchio di coltivazione. Sotto
questa pioggia i due artisti seguono camminando parallelamente coprendosi ognuno con una
sorta di ombrello creato con un largo cimbalo in ottone sostenuto dal bastone di una zappa,
strumento usato un tempo per dirigere l’acqua nel reticolo di solchi coltivati. Il suono a parità della
nebulizzazione dell’acqua si propaga in uno sciame vibrante e metallica di frequenze armoniche.
Nell’atto di proteggersi dagli effluvi di questo mostro meccanico gli artisti mettono in atto un
ironico e insensato gesto di sfida.
In ultimo si passa alle coltivazioni subacquee: la ripresa prosegue immergendosi in mare dove da
lontano si intravede la piccola colonia di serre da cui deriva un suono surreale e decontestualizzato
di un temporale che man mano si intensifica con l’avvicinarsi a queste bolle sospese.
L’inquadratura riprende da vicino prima una poi una seconda serra e tra i riflessi e le gocce della
condensa si intravedono piante di basilico e di pomodori e un luccichio di una lamina di metallo
oscillante riproducente in maniera artificiale il rombo di un tuono. Le due riprese seguenti rivelano
l’interno della bolla. Al centro di un cerchio di piante i due artisti suonano rispettivamente il
thunder drum e il rain stick ricreando con tali strumenti il paesaggio sonoro di una tempesta.
Hilario Isola
Hilario Isola nasce a Torino nel 1976. Vive e lavora a Torino. Inizia la sua formazione con studi di
storia dell’arte e di museologia, conseguendo la laurea in entrambe le discipline. I suoi interessi
teorici spaziano in numerosi campi, in cui l’artista tenta sempre di collegare temi storico-artistici
con questioni riguardanti l’architettura e l’ambiente naturale.
Hilario Isola affronta, quindi, concetti ed elementi in natura in un modo che fa appello alla loro
esistenza e alle loro proprietà intrinseche. Impiegando forme così diverse come l’installazione, la
fotografia, la musica, la scultura e il disegno, Isola crea composizioni delicate e visivamente sottili
che coinvolgono materiali organici e tecniche tradizionali che rispondono direttamente al loro
ambiente culturale immediato, paesaggio o spazio espositivo. Attraverso l’uso di pratiche non
artistiche come le tecniche artesiane agricole, l’apicoltura e la vinificazione, Isola trova sempre
nuovi modi per contrassegnare la persistenza della vita biologica armonizzando i limiti che
possono esistere tra la nostra condizione umana, i nostri sistemi ecologici e l’arte. Negli ultimi anni
attraverso un processo sistematico di osservazione e immersione, Isola ha creato sistemi
autogeneranti, tra cui entità viventi e artefatti, in cui emergenza e ritmo sono indeterminati ed
esistono al di là della nostra presenza o della sua spinta artistica.
Hilario Isola ha presentato il suo lavori in importanti mostre sia in Italia che all’estero istituzioni
private e pubbliche: NMNM Nouveau Musée National de Monaco, Montecarlo, Art in General, NY;
Artists Space, NY; SculptureCenter,NY;CCA, Montréal; Museion,Bozen;David Roberts Art
Foundation, Londres;Fondazione Bevilacqua la Masa,Venezia;Fondazione Sandretto
ReRebaudengoand GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino; Mucem, Friche
Belle de Mai Marseille.
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