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CASA CONTE
UN’OASI D’ARTE e DESIGN

IMPORTANTI OPERE ANTICHE di BRUN FINE ART si fondono con il contemporaneo di Lucio Fontana

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COMUNICATO STAMPA

Casa Conte, l’appartamento di design sartoriale del brand Conte, diventa fulcro di una straordinaria unione tra arte e design. A partire dal Salone del Mobile e per tutto il 2025 lo spazio, in collaborazione con la prestigiosa Galleria De Jonckheere di Ginevra, diventa una galleria d’arte con l’esposizione delle opere di un artista immortale come Lucio Fontana, una delle figure più rivoluzionarie e influenti dell’arte del XX secolo.

Questo progetto celebra non solo il genio artistico di Fontana, ma mette in evidenza l'armonia tra le forme espressive dell'arte e quelle del design, un’unione in grado di stimolare i sensi, lo stupore e l'immaginazione dei visitatori. Oltre alle opere di Fontana, Casa Conte, che si trova all’interno dell’elegante cornice neoclassica di Palazzo Melzi di Cusano, ospita opere antiche e opere di arte tribale selezionate da Laura De Jonckheere, dell’omonima galleria, in collaborazione con la Galleria BRUN Fine Art per le antichità e la Galleria Lucas Ratton per l’arte tribale.

L’accostamento suggestivo dei celebri "tagli" e "concetti spaziali" di Fontana con opere di diverse epoche crea una relazione visiva unica con l’architettura degli interni e contribuisce ad aggiungere magia e spessore emotivo ad ambienti già di per sé di grande impatto, in cui passato e presente si fondono raccontando una dimensione sospesa nel tempo. La collaborazione con le gallerie De Jonckheere, BRUN Fine Art e Lucas Ratton sottolinea ancora una volta come arte e design possano arricchirsi reciprocamente, e invita i visitatori a considerare le opere come parte integrante dell’ambiente. Un’iniziativa dal grande valore estetico, che celebra e rafforza la connessione profonda tra arte e design contemporaneo. www.contecasa.it
Brun Fine Art è una galleria internazionale specializzata in prestigiose sculture italiane e continentali, eccezionali mobili antichi e squisita arte decorativa.

In esposizione a Casa Conte Capolavori ineguagliabili a partire dal “Vaso e piedistallo in porfido rosso, granito rosso di Egitto, marmo statuario e rosso antico” con expertise di Roberto Valeriani, Roma, inizi del XVIII secolo (il vaso), terzo quarto del XVIII secolo (il piedistallo). Questo straordinario oggetto, degno delle fantasie archeologiche di Giovanni Battista Piranesi, si compone in realtà di due lavori che possono essere datati a qualche decennio di distanza l'uno dall'altro. Il piedistallo, come si è appena detto, tradisce la conoscenza delle invenzioni piranesiane propugnate con l'uscita del volume Diverse maniere d'adornare i cammini, nel 1769. Il vaso, invece è opera romana che risente ancora dello spirito decorativo barocco.

A seguire il “Vaso in porfido, con corpo ovoidale finacheggiato da teste di ariete”, Roma, inizio del XVIII secolo. Roma, sede dell'Impero, è il luogo dove, secoli dopo, vennero scavate statue, lastre, colonne e vasi in porfido antico, a seguito dell'interesse rinnovato durante il Rinascimento per l'arte e l'architettura classica. Il potente simbolismo del porfido, con la sua forte connotazione imperiale, assunse così un altro livello di significato, come emblema di erudizione, fascino per l'antichità e aspirazione ad eguagliare lo splendore delle corti rinascimentali.

I Centrotavola Torlonia con segni zodiacali del 1853 e con raffigurazione del ciclo del vino del 1845 in bronzo dorato: i piatti commemorativi in bronzo realizzati per la famiglia Torlonia sono opere d'arte di grande valore storico e artistico attribuibili a Charles Crozatier, abile artista francese del XIX secolo, noto per la sua maestria nella lavorazione del bronzo e per la creazione di oggetti decorativi che uniscono funzionalità e bellezza.

Questi piatti, caratterizzati da dettagli elaborati e da una raffinata lavorazione, furono commissionati dalla famiglia Torlonia, una delle più influenti e nobili famiglie romane, per celebrare eventi significativi della vita famigliare. Ogni piatto presenta scene iconografiche, simboli e motivi che riflettono la cultura e la storia dell'epoca, rendendoli non solo oggetti decorativi, ma anche testimonianze di un periodo ricco di cambiamenti e innovazioni.

Il Busto in marmo italiano di un principe Antonino, Roma, XVII secolo in marmo bianco, marmo venato grigio, marmo Africano e con applicazioni in marmo rosso antico su una base in marmo rosso Languedoc rappresenta un giovane principe imperiale romano. Con le sue abbondanti e vigorose ciocche di capelli, le grandi orecchie e i lineamenti fanciulleschi, la testa segue il cosiddetto ritratto tipo Borghese di un principe antonino, che è stato provvisoriamente identificato come M. Galerius Aurelius Antoninus, un figlio di Antoninus Pius. Si veda la statua in bronzo della Galleria Borghese di Roma.

Il Satiro in rosso antico, Roma, XIX secolo rappresenta una figura mitologica della tradizione greco-romana, nota per il suo carattere licenzioso e spesso associata al dio Dionisio. I tratti del volto sono ben definiti: riccioli scolpiti con cura incorniciano un volto sorridente e leggermente inclinato, conferendo all’opera un’aria giocosa e maliziosa, tipica del soggetto. L'opera è chiaramente ispirata all'arte romana classica ed è parte del gusto neoclassico e antiquario del XIX secolo, periodo in cui avvenne una riscoperta dell'antichità greco-romana. La scelta del marmo rosso antico non è casuale, ma richiama i materiali utilizzati nelle opere imperiali romane, suggerendo un intento celebrativo o collezionistico.

Apollo del Belvedere, 1758, in marmo bianco reca la firma dello scultore Joseph Wilton, uno dei più celebri scultori britannici del XVIII secolo e membro fondatore della Royal Academy di Londra. Il busto rappresenta Apollo, divinità greca del sole, della musica e delle arti. L’opera riflette pienamente i principi dell’estetica neoclassica, con l’esaltazione della bellezza ideale, la purezza formale e l’equilibrio compositivo. Realizzato nel periodo neoclassico, questo busto si inserisce nella tradizione britannica del Grand Tour, durante il quale aristocratici e intellettuali europei commissionavano o acquistavano opere ispirate all’antichità.

Altra ineguagliabile opera in esposizione “Il Ritratto di Antonio Canova”, del 1822, di Raimondo Trentanove, in marmo bianco, con expertise di Alessio Moscatelli. Raimondo Trentanove (Faenza, 1792 – Roma, 1832) inizia la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Nel 1815 si trasferisce a Roma, grazie alla protezione del Conte Dionigi Rauli Naldi e al suo sostegno economico; nello stesso anno frequenta e lavora per Antonio Canova, fino ad affiancarlo nella realizzazione della più importante. commissione artistica dell’epoca: il monumento a George Washington per il Campidoglio di Raleigh, nello stato della Carolina del Nord. Il ritratto, derivato dal celebre autoritratto realizzato da Canova nel 1812 (fig. 1), entra a far parte del documentato nucleo dei ritratti del Maestro eseguiti da Trentanove, come quello datato 1817 e conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano

Si continua con Jean Baptise Fossin e il Busto di Afrodite, del 1848 in marmo bianco di Carrara. Questo pregevole busto in marmo bianco, firmato e datato da Jean Baptiste Fossin nel 1848, rappresenta con eleganza e sensibilità la figura di Afrodite, dea greca dell’amore e della bellezza. L’opera riflette l'influenza della scultura neoclassica francese di metà Ottocento, in cui la purezza delle forme classiche si unisce a un raffinato senso della grazia femminile.

Il volto, idealizzato ma intensamente espressivo, presenta lineamenti delicati e simmetrici, con uno sguardo rivolto verso l’alto, quasi rapito da una visione interiore. I capelli, mossi e accuratamente scolpiti, sono raccolti in un’acconciatura elaborata che richiama i modelli dell’iconografia greco-romana. Il busto poggia su una base circolare tornita, che conferisce all’opera un’impostazione monumentale pur nelle sue dimensioni contenute.

Jean Baptiste Fossin, celebre soprattutto per il suo lavoro come orafo e scultore presso la maison Fossin & Fils, fu uno degli artisti più apprezzati della Parigi post-imperiale. Questo busto dimostra la sua maestria nel trattamento del marmo e la capacità di trasmettere nobiltà e introspezione attraverso l’equilibrio delle proporzioni e la morbidezza dei volumi. E per finire due grandi creazioni di Lucio Fontana degli anni ‘50 in ceramica che contribuirono a stabilire il suo riconoscimento, prima e anche durante le prime fasi dell'avventura spazialista. Gli permisero anche di sostentarsi. Una mostra dedicata a questa pratica di Fontana si è tenuta al Museo Peggy Guggenheim a ottobre.

BIO BRUN FINE ART
Brun Fine Art è una galleria internazionale specializzata in prestigiose sculture italiane e continentali, eccezionali mobili antichi e squisita arte decorativa. Negli ultimi vent'anni, Augusto e Marco Brun hanno consolidato la reputazione della galleria come galleria d'arte leader.

Alla base dell'attività c'è la forte passione dei due fratelli per l'arte e l'antiquariato e l'interesse a far conoscere ai clienti e agli appassionati d'arte la fusione di epoche, materiali ed eventi che hanno segnato la storia dell'arte. Un impegno che si traduce regolarmente in mostre e pubblicazioni specializzate, come: 'Taste for Sculpture', giunta alla sesta edizione, che presenta sculture italiane e continentali dal XV al XIX secolo, 'Pietre Dure', ‘Venetian Treasures’ e 'Roman Treasures’. La pubblicazione di quest’anno, “Treasures from the Kingdom of the Two Sicilies” è stata pubblicata in occasione dell’edizione 2025 di TEFAF Maastricht e presenta oltre trenta opere d'arte provenienti dall'Italia meridionale

Oggi la galleria partecipa alle più prestigiose fiere internazionali come TEFAF Maastricht, Nomad, FAB Paris, Biennale di Firenze, Arte e Collezionismo a Roma, Roma Arte in Nuvola e MIA Photo Fair a Milano.

Artemide PR, comunicare con stile.
by Stefania Bertelli
artemide@artemidepr.it - tel. 339 6193818

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